martedì 22 gennaio 2013

domenica 1 aprile 2012

SEMINARI - Centro del sentire (versione integrale)


08 Marzo 2012

Seminario “Sviluppare la creatività”

Ognuno di noi (15 persone) aveva a disposizione un foglio bianco molto grande (dimensioni un metro per 70 cm) e dei pastelli a cera.
Con sottofondo musicale ognuno di noi doveva prima iniziare la propria tavole e poi, al cambiamento della canzone, andare sulla tavola degli altri e contribuire all’opera.
ho intuito che:
inizialmente, non sapendo le tempistiche, ero frettoloso nel riempire il foglio e quasi innervosito dalla ricerca di una idea di cosa disegnare.
ho disegnato un fiore, una faccia un piano (organo) di chiesa e poi per dare un senso a queste 3 cose separate ho disegnato due barccia che partendo dalla testa una arrivava con una mano al fiore e l’altra al piano.
poi sono passato ad altre opere e mi è piaciuto capirle e contribuire con alcuni dettagli (tipo le formiche, tipo gli scout con lo zaino arancione ecc. ecc…)
sostanzialmente ho capito che:
·         è importante la cooperazione, posso dare qualcosa di me stesso all’interno dell’opera di altri e altri possono migliorare la mia opera.
·         non serve affrettarsi per creare qualcosa
·         provare ad abbozzare mettendo una idea e poi saranno gli altri ad aiutarti a realizzarla al meglio




Da: Biffi James
Inviato: lunedì 5 marzo 2012 17.01
A: Biffi James
Oggetto: SEMINARI

01 Marzo 2012

Seminario “L’arte è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo”

Il seminario si è svolto in due sessioni,
Prima le donne in piedi e bendate e l’uomo a doversene prendere cura. Ogni uomo aveva in mano un pennarello e un foglio di carta bianca. al termine della canzone la compagna doveva scrivere sul foglio la sensazione provata.
la seconda parte invece erano gli uomini bendati, supini e passivi e le donne a prendersene cura. Ogni donna aveva un foglio e al termine il compagno doveva scrivere la sensazione provata.

Alla fine nel circle time ognuno doveva dichiarare se si sentiva in sintonia o meno con i commenti ricevuti.
Io ne ho avuto 3 orientati alla dolcezza / carezza uno un po’ più sessuale e uno un po’ più emozionale e ho dichiarato di essermi trovato in sintonia con tutti i commenti.




Da: Biffi James
Inviato: venerdì 24 febbraio 2012 12.52
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

23 febbraio 2012

Seminario “L’affettività”

In generale, ognuno di noi si relaziona in modo diverso a seconda di chi ha a che fare;
Durante il seminario, seppur questo aspetto avesse dovuto essere completamente eliminato dall’utilizzo della benda agli occhi, ormai tra i compagni del corso ci si riconosce dall’odore e dal tatto. Ciò però mi ha dato l’opportunità di far risaltare ai miei occhi un aspetto di me: il mio diverso atteggiamento nei confronti di persone diverse.
durante i vari esercizi ho potuto incontrare il diverso stile nel comunicare l’affettività da parte delle compagne di corso.
queste due variabili associate al fatto che ogni esercizio era proposto con l’intento di suscitare emozioni affettive di contenuto diverso, hanno determinato varie situazioni.
Un esercizio era da svolgersi prendondosi cura della compagna e viceversa in posizione fetale, un secondo esercizio era ricevere cure dalla compagna che con il suo corpo faceva da coperta (sdraiati), un esercio in piedi abbracciandosi.
Nel circle time dissi che ripensando alla serata la cosa che mi era rimasta più impressa fosse dunque l’aver notato quante diverse tonalità avessero le emozioni nella sfera della mia affettività.
           

Da: Biffi James
Inviato: venerdì 17 febbraio 2012 16.58
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

16 febbraio 2012

Seminario “Il tocco e i 4 elementi”

i Vari esercizi sono stati svolti un po’ per terra (terra) un po’ nell’aria (in piedi) un po’ nell’acqua (simulazione di essere un pesce e poi un alga) fuoco (non l’abbiam fatto)
Gli esercizi fatti  eran tutti orientati al contatto e sempre svolti con benda agli occhi.

personalmente ero un po’ stanco…
Nel contatto mi accorgo di sentire piacere quando riconosco una persona che mi piace,
sento di non provare piace nei confronti di persone che non mi paiciono, scopro di riconoscere le persone tramite il loro odore



Da: Biffi James
Inviato: venerdì 10 febbraio 2012 10.32
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

09 febbraio 2012

Seminario “l’identità”

il tema era l’identità
oltre i lenzuli portati da noi mirko ci ha consegnato delle maschere bianche
maschere più lenzuoli avvolti intorno ad ognuno di noi à eravamo senza identità, indefiniti.
io medesimo allo specchio non mi riconoscevo…

alla fine mirko ci ha fatto sedere in gruppi da tre di modo che potessi riflettere sul tema dell’identità.
questo per capire quanto sia importante riconoscere l’identità di ognuno, e quanto sia importante quindi manifestare la propria identità nelle relazioni. altrimenti si perdono i punti di riferimento.
identità ha a che vedere con l’indentificazione del sé
ognuno di noi ha una propria identità
  1. che deriva da scelte personale, preferenze.. processo di identificazione in qualcosa.
  2. ma anche una identità che è poliedrica e diversa in circostanze diverse con persone e relazioni diverse,
  3. ma anche modellata da schemi socioculturali
la questione dell’eyeliner agli occhi, è una mia preferenza che mi identificherebbe , ma la mia identità è limitata e compressa nel contesto socio culturale
la questione della ribellione adolescenziale, durante la ricerca della propria identità, la ricerca di accettazione dell’identità nel gruppo.


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 27 gennaio 2012 16.45
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

26 gennaio 2012

Seminario “Garantirsi il piacere”

Ognuno dei partecipanti al seminario ha dovuto portare un piatto cucinato o un cibo / bevanda che lo riguardasse,
c’era un po’ di tutto, dalla pizza alle torte al vino alla caipirigna ai baci di dama… io ho portato i lamponi
subito all’inizio ognuno ha spiegato perché avesse scelto di portare ciò che ha portato.
io ho detto:
il lampone perché è un frutto selvatico, la pianta è un rogo e cresce ovunque adattandosi senza bisogno di particolari cure. il frutto è molto delicato quando lo si schiaccia si spacca facilmente, inoltre quando lo stacchi dalla pianta e dal proprio nutrimento deperisce velocemente. poi è rosso come l’amore, l’energia che governa il mondo.

i giochi sono stati fatti intorno al cibo:
prima annusando ogni pietanza
poi assaggiandola,
poi chiedendo verbalmente ai compagni di farsi assaggiare qualcosa
poi chiedendo in silenzio e a gesti ai compagni di farsi assaggiare qualcosa

infine un gioco molto interessante è stato quello di sentire (bendati) il lampone che un compagno ti passava sulle labbra


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 20 gennaio 2012 11.21
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

19 gennaio 2012

Seminario “Storie di re e di regine”

è stata una lezione molto lenta, a turno si faceva il re o la regina,
il re/regina andava verso uno o più sudditi e con la campana tibetana si chiedeva qualcosa al suddito.
il re/regina battendo il battacchio sulla campana con un rumore cupo, gli chiedeva di dire o fare un gesto che fosse razionale
con un rumore squillante, qualcosa di emozionale
con la vibrazione della campana, qualcosa che facesse vibrare il re/regina.

ho fatto quando fui suddito:
razionale à inchini
vibrazione e emozionale à abbraccio

quando fui re, visto che sono stato il penultimo ad essere chiamato a fare il re
e tutti avevano fatto il giro suddito per suddito…
io ho fatto qcs di diverso di più sbrigativo
per fare un po’ prima ho fatto vibrare la campana a tutte le sudditte contemporaneamente passando davanti ad ognuna e facendo loro cenno di alzarsi
nel circle time ho detto poi che forse avevo sbagliato ed ero andato fuori tema, che più che un re mi sono sentito l’ex presidente del consiglio…

Esercizo molto lungo e un po’ noioso, al di là di questo è stato interessante perchè ha risvolti nella vita quotidiana;
Soprattutto nel rapporto a due, dove a volte si è re à si chiede e ci si aspetta di ricevere, a volte si è sudditi à ci è chiesto e si deve dare.


Da: Biffi James
Inviato: martedì 17 gennaio 2012 17.01
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

12 gennaio 2012

Seminario “coltivare l’eccitazione”

diversi giochi sono stati svolti, giochi tutti già visti nel passato.
in particolare i giochi di coppia di stimolazione sensoriale sulla pelle piedi avambracci polpacci

nel circle time non ho detto nulla, probabilmente perché durante le 2 ore non riuscii molto a capire i riferimenti all’eccitazione…


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 17 dicembre 2011 17.11
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

15 dicembre 2011

Seminario: “L’appartenenza non è un insieme casuale di person, è avere gli altri dentro di sé”

(saltato – cena con la SGR)


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 2 dicembre 2011 17.11
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

1 dicembre 2011

Seminario: “accendere il desiderio”

sì è parlato di
desiderio à eccitazione à piacere
inteso non prettamente in senso sessuale, ma quotidiano
Mancanza di desiderio è sintomo di depressione
esempi:
padre che ha un progetto con il proprio figlio di costruire un gocart:
  • desiderio di avere un gocart
  • eccitazione nel procurarsi i pezzi e montarli
  • piacere finale che funzioni!
oppure: un tizio che al lavoro fa un progetto per la gara d’appalto e poi la vince:
  • desiderio di acquisire un lavoro
  • eccitazione nel preparare il progetto
  • piacere della vittoria

bisogna coltivare il desiderio, essere eccitati nel compimento di ciò che si desidera e alla fine provare piacere soddisfazione… energie positive….

Il cervello è condizionato da 3 aspetti:
  • dall’istinto, ciò che è scritto e ciò che è naturale per una persona: è naturale ad esempio che un uomo sia attratto da una donna, o se uno è gay è naturale che sia attratto da un uomo; sono  aspetti scritti dentro di noi
  • Dal sé, da ciò che il tuo sé prova, dalle emozioni, dalle percezioni, dal feeling (di cui spesso non ci fidiamo, mentre dovremmo fare più attenzione a ciò che il nostro sé sente e domandarci più spesso, come sta il mio sé?)
  • Dalla razionalità, da ciò che il nostro cervello è competenziato a considerare, riflettere, analizzando tutto in base anche alla cultura in cui si vive
L’armonia tra queste tre componenti ci fa sentire in equilibrio con il sé e con il mondo

Siamo rimasti bendati per più di 45’ e 2 sono stati gli esercizi che più mi sono piaciuti:
-annusare i compagni, sentire l’odore e attraverso l’odore individuare il compagno, ma anche provarlo, sentirlo, esserne o meno attratto
-appoggiare le labbra sugli avambracci della compagna, ho sentito il piacere di toccare la pelle con le labbra


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 25 novembre 2011 16.07
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

24 novembre 2011

Seminario: “Ci vuole un caos dentro di sé per far nascere una stella danzante”

Nei balli iniziali ero un po’ stanco, ho accennato qualche volta ad imitare i compagni per cercare di comunicare ma senza troppa voglia
Su indicazione di Mirko abbiamo poi ballato come se il nostro corpo fosse molle. con questo input mi sono divertito a muovermi con le braccia molli, a penzoloni.
Poi per 45 minuti abbiamo svolto degli esercizi bendati.
il primo esercizio era da svolgere per terra sdraiati supini e muoversi con la musica e trovare la propria stella
il secondo era cercare di creare, sempre bendati, una stella con i compagni del corso unendo, da sdraiati, i piedi.
il terzo esercizio era comunicare con il compagno di corso mediante la schiena,
il quarto  esercizio era comunicare con il compagno di corso le mani
l’ultimo esercizio era comunicare con il compagno mediante l’abbraccio da sdraiati.

Nel Circle Time, notai una certa riluttanza dei compagni ad esporre il proprio sentimento vissuto durante gli esercizi.
Io dissi a Mirko che mi aspettavo che qualcuno rivelasse la propria stella per avere qualche spunto di riflessione e capire innanzitutto cosa fosse la stella, dissi che a mio avviso probabilmente  il caos era la circostanza creata, il caos delle emozioni che venivano create mediante gli esercizi bendati e che probabilmente la mia stella era stata quella di aver vissuto le emozioni dei giochi in maniera semplice composta con l’utilizzo della dolcezza che era in me.
Dissi che forse la mia stella era proprio la dolcezza, il comunicare mediante la dolcezza con la quale io mi sono trovato in sintonia con me stesso. L’essere poi in sintonia con me stesso mi faceva percepire anche l’armonia del contatto comunicativo.


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 25 novembre 2011 14.29
A: Biffi James
Oggetto: R: SEMINARI

17 novembre 2011

Seminario: “Migliorare le relazioni”

Nei balli iniziali ho provato ad imitare il ballo dei compagni di corso, notai infatti che quando imiti il movimento o la danza di qualcuno ricevi più facilmente l’attenzione del compagno. Così facendo mi sembrava che potesse per lo meno iniziare una sorta di comunicazione, di relazione.
A seguire abbiamo effettuato il gioco della comunicazione delle mani, con l’utilizzo dell’olio, l’obbiettivo era quello di comunicare
Abbiamo poi ripetuto il gioco del seme che diventa albero e una volta messa la chioma si relaziona con gli altri.

Durante il circle time ho potuto riferire al gruppo come, forse per il fatto che gli esercizi che avevamo svolto li avevo già fatti in seminari precedenti, avessi vissuto gli esercizi in maniera tranquilla.
riferii al gruppo come in ogni esercizio avessi sentito di muovermi e comunicare in modo giusto secondo il mio modo di essere. Sentivo infatti di aver fatto gli esercizi in modo semplice senza troppe complicazioni e in linea con il mio modo di fare.


Da: Biffi James
Inviato: martedì 15 novembre 2011 14.25
A: Biffi James
Oggetto: SEMINARI

10 novembre 2011

Seminario: “essere capobranco di se stessi”

Il primo esercizio era da svolgere tutti insieme in cerchio, ballando ognuno doveva entrare in mezzo al cerchio con un andamento “personalizzato”, dire il proprio nome e poi riuscire. Il gruppo, imitando l’andamento, doveva poi andare verso il centro gridare il nome e riuscire.

Il secondo gioco era quello di creare una figura insieme ad un altro compagno (io ho fatto la bicicletta da sdraiato con il beppe) e due compagne bendate, con il tatto dovevano capire la posizione ed imitarla.

Il terzo esercizio era interpretare una frase.
Prima di me due compagni hanno relazionato la loro frase con argomentazioni anche abbastanza serie e pesanti…
La mia frase era ” Ascolta il vento che passa leggero come una carezza e canta una lieve melodia” : niente di serio, niente di così pesante....
Io pensavo infatti: az adesso tocca a me e faccio una cagata….
Invece è andata alla grade!

Il docente mi fa: “ james hai bisogno di una musica di  sottofondo?”
Io gli ho detto: “sì, una musica romantica un po’ bucolica, orientaleggiante.”
Mi sono alzato sono andato verso un compagno. Ho peso la sua mano e gli ho detto: ”tu sei un albero, un ciliegio. È primavera e sei in fiore”
Lui si è alzato
Ho indicato anche la ragazza sulla sua sinistra e gli ho detto: “anche tu sei un albero e nel giardino c’è vento, i rami e i fiori si muovono”
Si è alzata, hanno entrambe alzato le braccia come fossero rami e hanno iniziato ad ondeggiare mossi dal vento.

Poi ho preso la mano di un altra ragazza che stava sulla sinistra e gli ho detto:”tu sei la mia geisha, ti chiami Neve e io mi sono innamorato di te”
Lei si è alzata
Mi sono rivolto ai 2 ragazzi e un’altra ragazza proseguendo sulla sinistra e ho detto loro: “mi serve del vento, un leggera brezza”
Mentre conducevo Neve al centro del cerchio, loro si sono alzati e si sono messi a soffiare.

Dopo qualche istante guardando Neve ho detto: “oggi è il tuo compleanno e io ti regalo il vento”
I ragazzi da dietro si sono avvicinati soffiando più da vicino, i capelli di Neve a tratti volavano, gli alberi di fianco ondeggiavano.
Con la mano destra le accarezzavo la guancia, il viso, i capelli. Neve ha chiuso gli occhi per godersi il momento.
Con la mano sinistra tenevo il foglio della frase che poi le ho letto:
” Ascolta il vento che passa leggero come una carezza e canta una lieve melodia”
Gli ultimi secondi , con la bocca chiusa, ho poi "canticchiato" seguendo la melodia della canzone in sottofondo
sempre contestualmente accarezzando il viso di Neve.


Da: james biffi [mailto:james.biffi@gmail.com]
Inviato: sabato 5 novembre 2011 17.13
A: Biffi James
Oggetto: Re: I:

3 novembre 2011

Seminario: "Alimentare l'autostima"

la lezione inizia con la proiezione di un cartone animato che tratta della sfida lanciata dal re al futuro principe di entrare nel castello della strega. Il pretendente che sarebbe riuscito avrebbe sposato la figlia del re.
Molti ci provarono con arieti bombe lance incendiarie, ma nessuno riuscì ad entrare nel castello. Un ragazzo riflessivo, che osservò tutte le prove degli altri pretendenti dall'alto di un ramo, tra le grida del popolo che lo schernivano sulla sua reale capacità di riuscire ad entrare. Ad un certo punto il ragazzo scese dall'albero e con passo fiero, sicurezza e fiducia in se stesso va verso la porta del castello, bussa e chiede il permesso di entrare.
La strega gli apre, lo accoglie bene e gli dice che lui era stato l'unico a chiedere il permesso; gli mostrò così le maraviglie del suo castello. Il ragazzo capì che la strega non era malvagia, sotto la maschera aveva un viso carino ed era intelligente e dolce. d'istinto decide così di non andarsene più e di rimanere con lei non sposando più la figlia del re.

In questo cartone sono tanti i riferimenti all'autostima:
- non piegarsi alle grida di scherno, continuando a credere nelle proprie possibilità
- scegliere la soluzione più semplice per risolvere il problema di entrare nel castello
- scegliere d'istinto, fidandosi di se stesso e non delle credenze popolari, di rimanere con la strega

abbiamo ripetuto il gioco di qualche seminario fa: due ragazzi sono entrati nel cerchio e hanno risposto a due domande: la prima su cosa avrebbe voluto fare da piccolo, la seconda su cosa in realtà era finito a fare d'adulto. alla prima persona il cerchio ha applaudito, alla seconda persona il cerchio ha riso e fischiato

abbiamo ripetuto il gioco di rappresentare con il corpo la nascita  di un albero da seme a grande albero con la chioma e immaginato incontrare le altre chiome come se fossero le nostre relazioni

Abbiamo poi osservato per due vclte 3 persone diverse giocare:
una doveva scegliere le altre due dovevano farsi scegliere
Gigi ha immaginato di volere fare un viaggio e facendo delle domande ha poi scelto una delle due ragazze che si sono proposte come accompagnatrici del viaggionell'altro caso, la ragazza cercava il compagno giusto per lei e gli altri due ragazzi si sfidarono nelle risposte più accattivanti

assistendo ai due ultimi giochi mi sono messo nei panni di gigi notando come nel caso di una risposta identica data dalle due ragazze io avessi preferito quella risposta che mi sembrava più sincera e meno di circostanza come se nella risposta non fosse così importante la risposta in sè, ma quanto la fiducia nel credere in quel che si stava dicendo, di sentirlo e trasmetterlo
Mi sono poi messo nei panni dei 2 pretendenti per essere il compagno della ragazza. Ho notato che io probabilmente avrei risposto meglio e in modo più deciso e accattivante ad alcune domande (ricordo ad esempio quella della fantasia sessuale dove i due pretendenti sono stati forse fin troppo timidi visto la situazione di gioco)


Da: Biffi James
Inviato: lunedì 31 ottobre 2011 11.58
A: Biffi James
Oggetto: R:
 27/10/2011
Seminario: “ La mia casa sull’albero”

L’albero ha le radici (la madre, l’amore materno, le carezze)
Ha un fusto (il padre, la concretezza, la visibilità verso la società, la capacità di stare in piedi, di volare (scaricare video delle ali - volo))
Ha la chioma (io e le mie relazioni; la possibilità di avere tanti rami, una grande chioma e toccare la chioma di altri sta in noi)
Ha la casa sull’albero (il mio sogno)

Con una musica di 3 minuti abbiamo recitato con il nostro corpo l’essere prima un seme sotto terra, poi germogliare, crescere e diventare un albero robusto con una grande chioma.
Immedesimandomi nel seme che deve nascere mi sono trovato tutt’un tratto nella sala parto. Se in un primo momento immaginai di essere stato portato dall’infermiera da mia madre e abbracciato da lei, in un secondo momento ebbi un flash negativo che mi lasciò parecchio turbato. Mia madre ha avuto complicanze post parto e necessità di trasfusione… mi sono sentito responsabile di quel dolore
Con l’esercizio del massaggio dell’ “acqua che scorre sul corpo”, abbiamo percepito il calore del massaggio materno, delle carezze.
Con l’esercizio dell’abbraccio abbiamo percepito la presenza paterna
 Mirko ha parlato dell’esperimento di un giapponese che mise in 3 barattoli pieni di acqua un seme ciascuno; sul primo barattolo scrisse parole positive di amore bellezza dolcezza… sul secondo barattolo non scrisse nulla… sul terzo barattolo scrisse parole negative di dolore e odio…
Ogni giorno andava a controllare il primo barattolo pronunciando parole d’amore, il secondo non lo considerava mai, controllando il terzo invece pronunciava parole di odio e disprezzo.
Il seme nel primo barattolo germogliò, quello nel secondo morì, quello nel terzo marcì.


Da: Biffi James
Inviato: lunedì 31 ottobre 2011 11.42
A: Biffi James
Oggetto: R:
 20/10/2011
Seminario: “ Conoscere l’affettività e la sessualità”

Il corso è orientato alla separazione; quante separazioni ci sono nel corso della vita…
La Separazione dal grembo materno
La S dalla madre per andare all’asilo
La S affettiva dai genitori quando si va via di casa
La S dalla propria fidanzata/o marito /moglie
La S dalla vita con la morte

Durante il seminario si ripercorrono tutte le fasi della vita attraverso degli esercizi fisici:
-          con il fiato ho immaginato di gonfiare una bolla di sapone più grande di me e ho immaginato di entrarci come se fosse il ventre di mia madra
-          mi sono messo schiena contro schiena con una compagna di corso per sentire con il movimento reciproco il massaggio delle mani della madre sulla sua pancia
-          chiudendo gli occhi ho assimilato le parole della canzone “la cura” di battiato a rappresentare l’affettività della madre alla nascita
-          ho immaginato di sentire i primi risvegli della sessualità nella pubertà attraverso un serpente che gira in pancia e vuole uscire
-          attraverso balli aggressivi e ritmati ho immaginato di essere adolescente e sentire violenza e ribellione aggressività…
-          attraverso giochi di carezze, massaggi e contatti percepire l’affettività e la sessualità dell’età adulta
-          la proiezione di un video (pianoforte – cercare sul sito web) per rappresentare la ciclicità della vita, il cambiamento generazionale
-          ho provato l’esperienza dell’ultima separazione (la morte) mettendomi supino con le braccia sul petto ed immaginare il trapasso

Questo è il punto che mi ha lasciato maggiori emozioni e che poi con qualche parola ho cercato di spiegare agli altri nel circle time finale
Ho cercato di spiegare come avessi immaginato che la separazione finale fosse un momento di un veloce riepilogo della vita, come se realizzassi in punto di morte quanto fosse stata bella la vita e come in quel momento fossero raffiorate tutte le emozioni positive e di soddisfazione di una vita intera.
Come se in punto di morte imparassi che la vita è emozioni; solole emozioni sono davvero importanti, sono davvero vere, come se tutto il resto immagini, circostanze, eventi fossero meno importanti, effimere…


Da: Biffi James
Inviato: venerdì 14 ottobre 2011 16.57
A: Biffi James
Oggetto: R:
 13/10/2011
Seminario “Una persona è una persona solo attraverso altre pesone”

Martin Buber

Relazione io-tu: l’uomo è un uomo solo in relazione all’altro.
La relazione con l’altro non è cosa semplice, la premesse è avere una apertura dell’io, una apertura totale, esponendosi al pericolo di rifiuto e di rigetto totale.
Una persona vive in senso pieno solo “sullo stretto spartiacque” dove il suo io si incontra con il tu, in una zona intermedia, che è una zona esistenziale. Intersoggettività

Gioco:
sono state scelte 2 persone del gruppo ed è stato detto loro che avrebbero duvuto fare la comparsa nel gruppo e rispondere a due domande, 1) che cosa avresti voluto fare da piccolo, 2) che cosa fai ora
al gruppo invece è stato detto di applaudire alla seconda risposta della prima persona e ridere alla seconda risposta della seconda persona.
All’applauso la prima persona ha reagito istintivamente in modo caloroso ed affettivo, stringendo la mano e baciando ogni persona del gruppo.
Alle risata la seconda persona ha reagito istintivamente in modo freddo distaccato con movimenti del corpo che facevano capire disapprovazione e allontamento
Questo esercizio è stato fatto per mettere in risaldo la comunicatività del corpo.

Relazione padre-figlio
Proiezione video di Luca Bernabè – volare (devo vedere se lo trovo in rete)
Il padre che aiuta a costruire le ali per figlio di cera e leggere perché il figlio possa liberarsi in volo

 Gli occhi come strumento di comunicazione
Proiezione Video - Eyes wide shut (devo vedere se lo trovo in rete)

Il finale del seminario prevede che ognuno esprima la sua impressione o quello che vuole, anche una sola parola.
Io ad esempio ho detto che mi piaceva l’idea di vivere gli esercizi proposti tentando di concentrarmi nel ricevere le emozioni dell’altro (concetto di entropia)
Poi ho detto che mi era piaciuto anche il video del volo del figlio che parlava del padre e che mi sarebbe piaciuto nel giorni a venire pensare anche al rapporto con mio padre per capire se e quali ali mi avesse aiutato a costruire…

“insistere con il farsi valere che io sono meglio di altri
che per guadagnare bisogna impegnarsi costantemente, lavorare
bisogna rispettare gli impegni presi essere puntuali nei pagamenti
che non mi dovevo preoccupare per i soldi che potevo chiederli, ma in conflitto con il mio non accettare elargimenti per senso di orgoglio, del posso farcela da solo e della condivisione3 di una situazione non agiata
al pomeriggio giocare al pallone (rigori) con i pini a fare da porta
al sabato venire a prendermi a scuola 
equilibrato politicamente socialmente attivo solo in incarichi visibili presidente associazione cattolica, presidente di seggio
a volte impulsivo nei rapporti con posizioni non condivisibili, ma caparbio nel mantenerle
orgoglioso di ciò che ha fatto in vita  e molto legato e riconoscente verso le persone che lo hanno aiutato ad entrare nel mondo del lavoro”

Da: Biffi James
Inviato: venerdì 7 ottobre 2011 10.58
A: Biffi James
Oggetto:
 6/10/2011
Presentazione dei seminari – Centro del sentire che si trasforma in energia espressiva

Sensi
 Udito, olfatto, gusto, vista, tatto, movimento, entropia ed istinto
Il cervello ha tre aree: l’area delle emozioni, l’area delle competenze e l’area dell’istinto
blue man group

Aprirsi e lasciarsi andare, porre l’attenzione sul sentire/ ricevere l’emozioni degli altri